ASPETTI GENERALI
Dal giorno in cui l’OMS ha annunciato ufficialmente la diffusione del Coronavirus (Covid-19) in Cina, l’opinione pubblica mondiale ha catalizzato la propria attenzione quasi esclusivamente su questo tema.
Pur essendo l’aspetto umanitario e sanitario dell’epidemia il tema più urgente da trattare, gli analisti economico-finanziari hanno manifestato serie preoccupazioni, inizialmente dovute ad un eventuale rallentamento della produzione Cinese e agli effetti che avrebbe potuto provocare sulle prospettive di crescita dell’economia mondiale, ma a distanza di poche settimane le iniziali preoccupazioni si sono trasformate in autentica paura a seguito della trasmissione del virus praticamente ovunque!
Cina locked down, subito dopo l’Italia, uno dei maggior produttore al mondo di SY, ed ora, gran parte dell’Europa!
Nell’attuale contesto globale:
– con i mercati azionari in fibrillazione;
– con il calo della domanda declinato in una drastica riduzione dei consumi;
– con il rinvio o annullamento di ordini e forniture praticamente per tutti i settori economici;
dalla impossibilità di stimare l’entità di un danno futuro certo, e non solo economico,
cosa sta avvenendo nel mercato charter dei SY?
Uno dei settori maggiormente interessati dal fenomeno Covid-19 è indubbiamente quello del turismo, ma sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che una buona parte di ostinati viaggiatori stia prendendo in considerazione l’ipotesi di affrontare alcuni rischi per la propria salute pur di godersi le prossime vacanze a bordo di un Superyacht.
Ovviamente non facciamo riferimento alle vacanze di massa, ma di quelle disegnate per le famiglie abbastanza fortunate da prendere in considerazione una vacanza a bordo di un SY.
Alcuni tra i più rappresentativi operatori del settore affermano che, in realtà il charter sta vedendo, in controtendenza rispetto all’attuale trend del mercato turistico, un aumento della domanda poiché gli High-Net-Worth Individual (HNWI) apprezzano e optano per la privacy, la sicurezza e l’incolumità di un SY, ora più che mai.
A conferma di ciò, nel mezzo delle miriadi di cancellazioni ricevute dagli operatori turistici, sembra invece resistere la vacanza a bordo di un SY poiché offre più di qualche vantaggio,
oltre ad elevatissimi e rigorosissimi standard qualitativi che la equiparano ad una “vacanza a 7 stelle”.
Le misure per il controllo e la sanificazione degli ambienti della imbarcazione, avviene attraverso un rigido processo di igienizzazione suddiviso in diverse fasi:
- a) ispezione a bordo, dove viene individuato lo sporco e i depositi di polveri, pollini anche nei condotti di areazione e ciò grazie a sofisticate apparecchiature;
- b) rimozione ed aspirazione dall’impianto di aerazione di ogni impurità con sistemi speciali e aspiratori professionali;
- c) sanificazione con ozono, realizzata con generatori che disinfettano l’aria dell’ imbarcazione eliminando i batteri.
Alcuni yacht utilizzano speciali filtri dell’aria che controllano la diffusione di agenti patogeni ed usano il generatore di ozono nei singoli ambienti.
La manutenzione dell’imbarcazione è da sempre una delle priorità dell’equipaggio, con ciò assicurando un ambiente controllato e costantemente monitorato.
ITINERARI
Altro aspetto sul quale soffermarsi è l’itinerario e la destinazione della vacanza.
La libertà e la mobilità di un SY è da sempre uno dei punti di forza e, nel clima attuale, questa libertà di scelta non è mai stata una priorità così importante.
I clienti richiedono, ma gli stessi operatori sug-
geriscono, itinerari che partono da Paesi con una bassa incidenza di Covid-19, evitando altri territori nel pieno della emergenza: sono in aumento le richieste di yachting esplorativo verso destinazioni fino ad oggi poche battute come la Norvegia, la Groenlandia e l’Islanda e, molto probabilmente, si assisterà ad un generale spostamento verso nord delle usuali rotte charter.
Molte agenzie charter stanno lavorando, da un lato, per creare itinerari “blindati” facendo leva sulla circostanza che un SY è di per sé autosufficiente e che, raggiungendo l’imbarcazione con un jet privato o un elicottero, si dovrebbe azzerare il rischio di entrare in contatto con chiunque abbia contratto il Covid 19 e dall’altro, per creare nuovi protocolli e misure per salvaguardare l’intimità degli ospiti.
E’ indubbio che bordo di un SY si otterrà privacy, contatti personali limitati, pulizia e ambienti igienici impeccabili, protocolli rigorosi per quanto riguarda l’equipaggio e la possibilità di scegliere il proprio itinerario lontano dalle zone ad alto rischio e quindi maggior sicurezza rispetto ad un hotel sulla terra ferma o ad una nave da crociera, anche se nessuno può garantire di raggiungere l’obiettivo “contagio zero”!
CHARTER AGENCY : TRA ADDENDUM AL MYBA CHARTER AGREEMENT ED OPERATIVITA’ DELLE POLIZZE ASSICURATIVE
In questo contesto di profonda incertezza, le società di charter come si stanno organizzando, oggi, per garantire ai clienti una via di uscita in caso di cancellazione della prenotazione a causa del Covid-19?
Alcune agenzie hanno già implementato il MYBA Charter Agreement con un addendum il quale prevede, da una parte la possibilità di modificare la zona geografica dove effettuare la vacanza, e dall’altra, una riprogrammazione temporale del charter stesso o, in mancanza di accordo su queste due circostanze, la cancellazione senza penalità del charter.
Occorrerà verificare l’accettazione, da parte degli Armatori dei SY, di questo addendum.
Allo stato, invece, sempre più compagnie assicuratrici, stanno ponendo il veto sul rimborso assicurativo per la cancellazione del charter a causa del Covid 19, anche se alcune prevedono rimborsi in % con costi variabili tra l’8 ed il 10% del valore del noleggio e ciò, a seconda del numero e dell’età degli ospiti.
Oltre alla copertura per la cancellazione del viaggio, si propone sempre più spesso anche quella per il rientro d’emergenza e l’assistenza medica: indubbio che la situazione, anche sotto questo profilo, è ancora fluida, ma è altresì certo che oggi i soldi investiti su una polizza assicurativa per cancellazione/modifica del charter, siano soldi ben spesi.
PER CHI HA PRENOTATO PRIMA DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS?
Vediamo ora cosa avviene per coloro i quali hanno, invece, prenotato un charter prima che il virus si diffondesse.
Un principio internazionalmente riconosciuto è che i contratti devono essere adempiuti da entrambe le parti (“pacta sunt servanda”).
La “force majeure” forza maggiore consente eccezionalmente ad una parte di liberarsi dalla prestazione e dalla conseguente
responsabilità. Il concetto di forza maggiore che si ritrova nei Paesi di Civil Law, non è altresì riconosciuto nei Paesi di Common Law e pertanto, nei rapporti sottoposti esclusivamente a legge inglese o americana, una parte può invocare la forza maggiore solo se tale rimedio è contrattualmente disciplinato.
Quindi al verificarsi di un evento in astratto definibile di “forza maggiore”, occorre esaminare il contratto charter e, in particolare, la definizione in esso prevista.
Le epidemie, così come gli eventi catastrofici naturali sono generalmente indicati nei contratti internazionali come cause di forza maggiore; in ogni caso, perché operi la forza maggiore – e dunque una parte non venga considerata inadempiente finché dura la causa di forza maggiore – è necessario che detti eventi abbiano un impatto rilevante sulla possibilità di adempiere di una parte.
A tale proposito, le clausole contrattuali quasi sempre indicano che l’evento esterno debba rendere impossibile la prestazione. Pertanto, occorrerà verificare se, nel caso concreto, il Covid-19 e le conseguenti restrizioni adottate dalle autorità sanitarie dei vari Paesi, siano tali da compromettere l’adempimento di una parte e da giustificare l’esenzione da responsabilità per causa di forza maggiore, così come definita dal contratto charter.
Quali invece gli effetti sul Charter Agreement qualora nel momento in cui alla partenza fosse consentito l’attracco nel Territorio di destinazione, mentre durante la vacanza sopraggiungessero nuove disposizioni delle autorità sanitarie locali rendendo la vacanza meno agevole o addirittura si arrivasse ad una disposizione di quarantena?
A tale proposito, le clausole contrattuali dovrebbero prevedere che l’evento esterno rendano impossibile (in tutto o in parte) la prestazione e la possibilità della parte, di invocare la forza maggiore anche quando la prestazione diventi eccessivamente onerosa.
Questa eccezione va sotto il nome di hardship ed è trattata spesso diversamente dalla forza maggiore, nei vari ordinamenti giuridici.
E’ bene però notare che nella maggior parte dei casi, non costituiscono cause di forza maggiore quegli eventi che rendono solo più difficoltosa la prestazione.
Anche in tal ipotesi riteniamo che occorrerà esaminare in concreto quale tipo di restrizioni siano state adottate dalle autorità sanitarie e con quale incidenza le stesse impattano sulla intera vacanza oggetto del charter Agreement.
L’INCIDENZA ECONOMICA DEL “MANCATO CHARTER”
Proviamo ora a valutare l’incidenza economica sul mancato charter e prendiamo come benchmark di riferimento una vacanza di 10 giorni nelle Bahamas a bordo di un SY di 40 Mt. con sei ospiti di nazionalità europea. Questi i costi ipotizzabili:
Voli andata e ritorno Europa – USA $12.000
Voli andata e ritorno Miami – Bahamas $3.000
Hotel Miami 2 giorni $6.000
Noleggio auto Miami $300
Ristorante Miami $3.000
Cambusa Bahamas $10.000
Marina Bahamas $2.000
Ristorante Bahamas $8.000
Carburante Bahamas $15.000
Dogana Bahamas $450
Acquisti regali Bahamas $3.000
Crew $20.000
Mance equipaggio $4.000
Ovviamente a questi costi andrà sommato quello per il noleggio del SY da corrispondere all’armatore, oltre alla commissione della agenzia charter: su tale ultimo punto è bene rilevare che le compagnie di charter hanno cominciato a ridurre le proprie commissioni al fine di incentivare i clienti a chiudere la trattativa in questa fase cosi delicata ed incerta.
Pensiamo ora quale impatto economico potrà avere il Covid-19 e le relative restrizioni imposte dai vari Stati, qualora dovesse permanere anche durante la prossima stagione charter nel mediterraneo dove, normalmente, navigano decine e decine di SY!.
E’ bene rilevare che gli effetti negativi di tale stato di cose andrebbero a colpire, oltre che in via diretta ed immediata il comparto charter e tutti gli operatori ad esso collegati, anche in via indiretta tutti coloro i quali collaborano a vario titolo in detta attività: marine da diporto, fornitori, produttori, compagnie aeree e
comunque tutto il territorio che accoglie tale tipologia di turismo.
Il sentiment diffuso è che la maggior parte degli operatori dell’industria charter dei superyacht
abbia adottato un approccio pragmatico alla diffusione del Covid 19, monitorandone costantemente gli sviluppi, senza lasciarsi influenzare dai media: in particolare le agenzie charter sembrano nel complesso avere adottato soluzioni pratiche, ragionevoli e flessibili ed alle quali il mercato dovrà dare una risposta.
Mentre scriviamo l’OMS ha ufficialmente classificato il Covid-19 come una pandemia e l’amministrazione Trump ha imposto un divieto di viaggio tra Europa e Stati Uniti: è evidente che oggi non è possibile fare una previsione di come tale stato di cose impatterà sull’economia reale e di quali e quanti effetti produrrà anche nel mondo dello yachting e di quello del charter di SY.
Tenuto conto che la pandemia non è al culmine, e che ancora non è noto per quanto tempo tale virus imperverserà, realisticamente dovremmo proiettarci al secondo semestre dell’anno per avere contezza di come, il segmento charter dei SY, avrà affrontato tale criticità ed in quale misura sarà in grado di assorbirlo.
Avv. Stefano Notarantonio
Business Strategies for Yachting