S/Y –Trend
Il mercato dei super yacht, differentemente da quello di altri settori, è in continua espansione.
I numeri analizzati ci dicono che c’è una marcata tendenza all’acquisto verso gli yacht di medie dimensioni, ovvero nel segmento 35 – 55 mt., e ciò poiché gli armatori desiderano un’imbarcazione le cui dimensioni consentano l’ormeggio in location di tendenza, anche se ci sono, naturalmente, alcuni che aspirano a progetti ancor più grandi e innovativi.
L’ultimo trend è quello degli explorer yacht, realizzati per operare nelle regioni polari alla ricerca di nuovi luoghi incontaminati, spesso con un duplice scopo: da un lato quello della sperimentazione scientifica e dall’altro, con la speranza di poter conquistare una zampa d’orso polare da mostrare ai propri amici!
Proprio la prospettiva di esplorare l’Artico, ha creato una domanda di unità robuste e un’attenta pianificazione, con lo specifico obiettivo di adattarsi al clima rigido, così innescando un’altra tendenza della nautica da diporto: queste destinazioni, infatti, richiedono equipaggi ultra specializzati, qualificati e preparati (spesso anche ex militari).
Spinti dall’aumento di ospiti giovani e molto attivi, gli yacht devono ora poter accogliere sommergibili, biciclette, giocattoli e attrezzature per le attività, oltre ai mezzi necessari per trasferire i toys a terra.
L’aumento di giovani miliardari è un trend positivo ed in costante crescita. Molti di coloro i quali iniziano con S/Y di dimensioni più piccole, passano poi ad unità over 50 metri.
S/Y – Buy or sell?
Differentemente da altri beni di lusso, come ad esempio un Jet privato che viene acquistato perché ritenuto necessario a spostamenti frequenti e rapidi, sempre più spesso l’acquisto di un S/Y viene dettato dalla emotività: ciò influenza in maniera inopportuna le decisioni prese dal Cliente che, al contrario, dovrebbe giungere all’acquisto di un S/Y in modo assai più mirato ed oculato.
I nuovi Armatori, vogliono guidare in prima persona gran parte del processo di progettazione e quelli più attivi desiderano che il loro stile di vita si rifletta nel design dello yacht e nelle strutture di bordo, tanto che l’armatore ora richiede di avere una unità one-off, con il preciso intento di distinguersi da tutti gli altri, tanto quando è in rada in Costa Azzurra, tanto quanto è ormeggiato nel Port Hercule di Monte Carlo.
Superata la fase “emotiva” della decisione all’acquisto di un S/Y, già in fase di progettazione ci sono svariate considerazioni pratiche da fare come, ad esempio, la valutazione su quale bandiera adottare. Tale scelta dovrebbe già essere presa e ponderata nella fase di progettazione dello yacht e ciò poiché questa influenza i requisiti tecnici richiesti dal registro navale che variano da Stato a Stato e che possono risultare fondamentali in fase di progettazione e, quindi, di costruzione.
Tema di primissima attualità ora è quello della Brexit e delle numerosissime conseguenze che stessa porterà nel settore dello yachting di lusso.
Proprio le incertezze della Brexit ci impongono di prestare la dovuta attenzione a dove e come lo yacht verrà utilizzato, in modo da ottimizzare l’impatto fiscale dell’intera operazione: le imposte doganali e l’IVA sulle importazioni meritano considerazioni sempre più attente ed un processo decisionale affrettato ed inadeguato, specialmente nella fase iniziale, può influire negativamente la riuscita dell’investimento e della stessa intera operazione.
Il finanziamento per l’acquisto di uno yacht richiede una solida conoscenza del settore e dei suoi protagonisti. I finanziatori saranno influenzati dalla qualità e dalla reputazione del cantiere, dai consulenti coinvolti e dalla storia del cliente. Un recente sondaggio vede una crescita della domanda di finanziamenti dall’Europa occidentale, anche se attualmente circa il 50% delle operazioni proviene dalla Russia.
Il finanziamento di un S/Y sta diventando sempre più difficile da ottenere e ci sono poche banche disposte ad assumersi il rischio della operazione. Se una volta si prendeva in prestito l’80-90% del costo di realizzo del S/Y, ora la cifra si avvicina al 50% ed anche meno.
La due diligence ad oggetto il finanziamento degli yacht è complessa ed articolata tenuto conto che le diverse normative legali e fiscali hanno reso più severa la verifica in materia di imposte ed affidabilità creditizia. Non è inusuale avere il Cliente residente in uno stato del Nord America, la banca che finanzia l’operazione sita in Svezia ed il cantiere produttore in Italia: è evidente il concorrere ed il sovrapporsi di diverse normative legali, fiscali e finanziarie!
Non da ultimo è bene considerare che le autorità di vigilanza internazionali considerano gli yacht come un potenziale veicolo per il riciclaggio di denaro e la storia (fiscale) di un cliente può costituire uno ostacolo all’operazione.
Conclusivamente, il mercato finanziario tiene, giustamente, conto di tutti i giocatori coinvolti nella partita.
Family Office – Management yes or not?
Il Family Office è tipicamente una unit composta da un pool di professionisti che si occupa di gestire il patrimonio di famiglie facoltose, normalmente composto sia da beni personali che da quelli dell’azienda di proprietà della stessa famiglia, garantendo discrezione e riservatezza oltre, che la competenza e professionalità necessaria.
Il numero dei Family Office in Europa, e non solo, è in crescita ed i S/Y stanno diventando una parte significativa del loro asset.
Sempre più spesso, infatti, il Family Office opera da protagonista nella fase dell’acquisto, della vendita, della manutenzione e, a volte, anche della gestione operativa dell’imbarcazione.
La gestione operativa è il perno centrale dell’investimento, dell’eventuale finanziamento dello yacht ed i costi di gestione annuali dello yacht ammontano a cifre rilevanti, anche di diversi milioni.
Nessun broker dovrebbe sottovalutare queste voci di spesa e se un acquirente è preoccupato per i costi di gestione, semplicemente dovrebbe consigliargli di non comprare un S/Y !
Alcuni Family Office preferiscono mantenere internamente la gestione operativa dell’intera operazione e, ciò, per ragioni di controllo e privacy: tuttavia, è indubbio che la ricerca dell’ “avventura” comporta correlativamente un aumento del rischio e la gestione degli yacht include ovviamente anche la eventuale fase della gestione delle crisi, come i disastri naturali e, con questo, la necessità di affrontarne le conseguenti implicazioni.
E’ evidente che per tali situazioni, così come per altre, sono necessarie risorse professionali ultra specializzate che siano dotate di competenza e di una visione generale ed a medio-lungo termine di un settore certamente particolare ed assai lontano dagli schemi generali di altri settori meglio conosciuti.
Risorse, competenze, visione che, normalmente, vanno al di là di quanto un Family Office è in grado di offrire al proprio interno, in quanto normalmente focalizzato su asset di gestione tradizionali.
Per esempio, all’approssimarsi dell’uragano Katrina, il mancato e/o ritardato avviso ai comandanti ed armatori che navigavano nelle acque caraibiche, ha comportato perdite ed avarie importanti ed ancora semplici, mancati aggiornamenti dei software di bordo hanno pericolosamente arrestato l’intero sistema operativo degli yacht e causato il conseguente fermo delle macchine!
Questi pochi esempi permettono di comprendere la complessità della gestione di un S/Y nell’affrontare il rischio, tanto che possiamo a ragion veduta sostenere che il lavoro svolto con professionalità, tempismo ed esperienza da chi assiste un S/Y, è la polizza assicurativa migliore che l’armatore possa stipulare per il proprio yacht.
La gestione operativa di un S/Y è una realtà completamente diversa dalla maggior parte dei portafogli dei Family Office: gli yacht operano in situazioni che normalmente non si verificano quando si gestiscono asset più comuni.
Come accennato, ritengo che normalmente nel DNA del Family Office non trovi spazio anche la gestione operativa del S/Y e ciò tenuto conto delle peculiarità di tale asset il quale, di fatto, vive di vita propria: basti pensare ad un itinerario tipo di un S/Y il quale trascorre la stagione da dicembre a febbraio nelle calde acque caraibiche, per poi spostarsi percorrendo 5000 miglia nel mediterraneo fino a settembre e quindi trascorrere i successivi mesi dell’anno in un cantiere a secco o in acqua per il refit e/o il service e quindi ripetere l’anno dopo l’itinerario.
E’ altresì indubbio che tra le criticità più rilevanti nella gestione operativa del S/Y da parte del Family Office ci sia quella di riuscire a comunicare in maniera tempestiva, organica ed efficiente tra le varie parti coinvolte.
Il Family Office, dovrà collaborare con lo yacht manager, con la società di charter per il noleggio, con il direttore tecnico, con l’avvocato, con il fiscalista, con gli agenti marittimi locali, con la società di gestione dell’equipaggio, con il fornitore di servizi food/tecnici, con il cantiere, con le marine e con il capitano e l’equipaggio per mantenere alte le motivazioni e le prestazioni di ciascuno.
E’ evidente che la divisione del lavoro tra queste diverse unità è spesso di difficile perimetrazione, con il risultato che il lavoro possa venire duplicato o, nel peggiore dei casi, addirittura non eseguito, con la conseguenza che l’armatore sarà insoddisfatto, si pentirà dell’acquisto fatto e pagherà più del necessario.
Non da ultimo, il Family Office è spesso territorialmente collocato in aree che poco, o nulla, hanno a che vedere con il mare e l’attività nautica in generale, mancando conseguentemente la governance ed il personale di esperienza e competenza diretta del settore.
Come sempre accade, sarà il mercato a dare le risposte corrette, ma è indubbio che il Family Office, in tale settore, per essere competitivo ed assicurare un servizio al top ha solo due opzioni:
- dotarsi internamente di una sezione specializzata, adeguatamente preparata e focalizzata solo sullo yachting, ma con risultati tutti da verificare:
- oppure affidarsi a strutture esterne focalizzate esclusivamente sul segmento dei S/Y ed, al cui interno, lavorino integrate in team tutte le necessarie risorse.
Buon vento a tutti!
Stefano