Golfo di Gaeta: autostrada per Superyacht ?

Durante  il mio intervento al Blue Med Economy (trovi il video qui) nel quale abbiamo analizzato, mettendole in parallelo, la realtà cantieristica Viareggina con quella di Gaeta, avevo posto la domanda: è possibile intercettare le rotte dei Superyacht che transitano dinanzi al Golfo di Gaeta senza (purtroppo) fermarsi per calare l’ancora nell’isola di Ponza oppure tirare dritto su Capri?

La risposta non ha tardato a giungere con il recente arrivo in porto, presso la Base Nautica Flavio Gioia di Gaeta, del M/Y di 55  Mt. Ocean Paradise, SY varato nel 2013 dai Cantieri Benetti di Livorno e che può accogliere fino a 12 ospiti e 12 membri di equipaggio.

E’ stato un caso? No, non direi: il Marina, prima di tutto, ha creduto nel progetto dando vita ad una  “Super Yacht Division” dedicata proprio a tale segmento di clientela ed affiancando, alla stessa, uno staff di consulenti dinamici, qualificati e di grande esperienza.

Certamente, tanto merito è dovuto ad Ilija Dimitrijevic, Comandante dell’Ocean Paradise dal giorno del suo varo,  che ha guardato oltre prospettando all’armatore una destinazione fuori dalle classiche rotte e che non ha certamente deluso le aspettative

Già prima dell’arrivo del M/Y il “sistema” di Concierge del Marina si è attivato per organizzare agli ospiti, visite ed escursioni del Territorio (peraltro bellissimo ed ai più sconosciuto) ed all’equipaggio una accoglienza calorosa e familiare.

Lo Chef Armando dell’OP, prima della partenza, ha potuto gustare l’eccellenza dei prodotti unici e tipici del territorio e, in tutta comodità, fare cambusaggio per la successiva crociera.

Circostanza ancora più interessante: il Marina di Gaeta si è trasformato nella porta di accesso al Territorio Gaetano il quale è stato chiamato a collaborare tanto quanto lo stesso Marina.

Ma il Territorio è pronto a fare la sua parte?

Partiamo dai dati tecnici ed economici:

Le unità quali Superyacht (dai 50 ai 70 metri di lunghezza F.T.) (Megayacht: più di 70 e fino ai 100 metri di lunghezza F.T) e Gigayacht (più di 100 metri di lunghezza F.T.) hanno un valore, in termini economici, una volta posti sul mercato, tra i €600k ( al metro lineare) a più del doppio (e ciò a seconda del cantiere di produzione, del grado di finiture ed accessori richiesti dall’armatore) mentre il noleggio settimanale degli stessi si muove tra un range di + €200k ad oltre il quadruplo.

Come è facile intuire, trattandosi nella maggior parte dei casi di High Net Worth Individual (HNWI) e quindi di clientela altospendente, per accogliere e rendere attrattivo il Territorio , occorrono prima di tutto da un lato servizi di trasporto efficienti e veloci quali ad esempio eliporto ed aeroporto per Jet privati e dall’altro un alto profilo dei servizi di accoglienza a terra.

E’ sufficiente tutto ciò? No, perché se i SY per il periodo estivo sono operativi in acqua per quello invernale hanno necessità di effettuare attività di service (manutenzione ordinaria e normalmente stagionale) e quella di  refit (attività che ha la durata superiore a 6/8 mesi e prevede interventi straordinari, quali ad esempio modifica del concept, rivisitazione del design esterno e/o interno, allungamento dello scafo, sostituzione degli interni, cambio dell’apparato motore etc etc del SY).

Il valore economico della commessa “ordinaria”, parte da importi di + €300k fino ad alcuni milioni di euro.

E’ bene sapere che, pur essendo l’Italia tra i paesi leader nel mondo nella produzione di SY (quasi il 50% dei SY è prodotto nel nostro paese) il recente periodo di crisi economica è stato affrontato e superato dalla cantieristica italiana anche attraverso la riconversione della attività di produzione pura in quella del refit.

Peraltro la tendenza odierna dello yachting internazionale, spinta dalla classe armatoriale e dalle società di yacht management, sempre con maggiore frequenza, richiede interventi di refit e restyling dei SY preferendo mantenere, piuttosto che sostituire, l’unità riadattandola e modernizzandola,.

Precisato quanto sopra, il business dei SY si sviluppa attraverso una attività circolare, ovvero: ormeggio + service + refit.

Rispetto alla attività “pura” di un marina il quale ha come core business la attività di ormeggio, il refit e service dei SY porta a destagionalizzare la attività del marina stesso,  trasformandola in una attività a ciclo continuo, sganciata dalle dinamiche estate/inverno e quindi meno soggetta alle variabili stagionali.

E’ usuale e ricorrente la esigenza / richiesta da parte degli yachting stakeholder di poter disporre presso il proprio home – port, di un cantiere nautico che possa assolvere alle attività per SY sotto indicate, ovvero:

  1. a) intervento tecnico veloce ed urgente e spesso imprevisto;
  2. b) service stagionale;
  3. c) refit.

Per grandi linee, una attività di service / refit occupa una superfice di circa 50.000,00 mq ed impiega,  tra le 50 e 70 unità di personale diretto e tra le 300 e 500 unità indirette sviluppando un fatturato annuo di molti milioni di euro.

Da ultimo è bene sapere che tale tipo di business è in grado di “attivare” un intero territorio che si muove funzionalmente ad esso, come:

  • trasporti
  • servizi finanziari
  • logistica
  • food & beverage
  • hotel/alberghi
  • turismo
  • servizi in senso ampio

e con evidenti, quanto positive, ricadute sociali ed economiche.

Indubbio che, per  centrare l’obiettivo di portare i SY ad imboccare l’uscita verso il Golfo di Gaeta, non è sufficiente l’iniziativa e gli sforzi di un singolo Operatore, ma sarà necessaria la piena collaborazione della Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, quale cabina di regia di un Territorio che si è già dimostrato pronto a fare la sua parte.

Buon vento a tutti!

Stefano